Cinema sold out per la proiezione del docufilm sul dottorcosta e la MotoGP
Nell’anno in cui il Motomondiale spegne 75 candeline, BCC Felsinea omaggia il mondo delle gare motociclistiche con la proiezione del docufilm “Voglio Correre: un'avventura nell'impossibile”.
Ieri a Bologna, in un cinema gremito, quasi 500 persone hanno visto la pellicola che narra l’epopea del motociclismo: dalla nascita dei soccorsi in pista e della Clinica Mobile, fino alle gesta eroiche dei campioni della MotoGP.
COMUNICATO STAMPA
Quasi 500 persone hanno assistito, mercoledì 3 aprile, alla serata organizzata da BCC Felsinea dedicata al dottorcosta (scritto in piccolo e tutto attaccato, proprio come vuole lui) e al mondo delle gare motociclistiche, in cui è stato proiettato il docufilm “Voglio Correre: un’avventura nell’impossibile”.
Realizzata e prodotta nel 2019 dal dottorcostateam, la pellicola narra la straordinaria vita del dottorcosta e l'epopea del motociclismo attraverso il racconto delle vicende eroiche dei suoi campioni e di altri miti dello sport, mettendo in luce quanto la forza di volontà possa cambiare le sorti del destino anche nelle situazioni più avverse. Nel docufilm, le testimonianze dei giornalisti Marino Bartoletti e Pino Allievi, dei campioni Alex Zanardi e Loris Capirossi, insieme a quelle di molti altri piloti, hanno condotto gli spettatori in sala nel mondo del dottorcosta: dalla nascita dei soccorsi in pista e della Clinica Mobile, fino alle gesta eroiche dei campioni della MotoGP - tra cui Valentino Rossi, Marc Márquez, Andrea Dovizioso - visti come mai era stato mostrato finora.
Il docufilm racconta anche l’uomo e il medico Claudio Marcello Costa che, grazie alla sua grande empatia e alla sua “medicina eretica” (come lui stesso la definisce) capace quando necessario di guardare oltre i protocolli pur di trovare la cura migliore, è stato una figura fondamentale e insostituibile nelle gare motociclistiche, il medico più famoso del motociclismo. Un vero e proprio rivoluzionario.
“A Bologna ho studiato Medicina e per 20 anni ho lavorato all'Istituto Ortopedico Rizzoli. La passione per le moto mi ha indotto a creare un’assistenza medica nuova e moderna nei circuiti dove si svolgevano le gare, portando a bordo pista per la prima volta la figura del Medico Rianimatore, e in seguito ad inventare la Clinica Mobile, un piccolo ospedale su ruote per aiutare i piloti feriti, anche gravi, a risorgere nelle piste di tutta Europa. Nella Clinica Mobile, per oltre 40 anni, ho assistito al rituale fantastico del pilota che, pur ferito, voleva correre salendo sulla moto per inseguire i propri sogni. Il film è tutto questo: una fiaba dove i piloti, i miei idoli, sono i veri protagonisti”, ha detto il dottorcosta.
Hanno partecipato alla serata anche piloti e personaggi che hanno fatto la storia del motociclismo, fra cui Virginio Ferrari, Alessandro Gramigni e Loris Capirossi: “Il dottorcosta è stato un secondo papà per me, mi ha sempre accudito per tutta la mia carriera. Si è preso cura di tutti noi piloti in un modo unico. Sapere che c’era lui a bordo pista ci faceva sentire al sicuro”, ha detto Loris Capirossi.
Ha evidenziato ieri il Presidente di BCC Felsinea Andrea Rizzoli durante i suoi saluti di apertura: “Nel 1949, 75 anni fa, si disputò la prima gara del Motomondiale. Quest’anno ricorre quindi un anniversario che per un territorio come il nostro, noto in tutto il mondo per essere la Motor Valley, è ancora più sentito e significativo. Qui sono nati grandi piloti e campioni - questa sera ne abbiamo una bella rappresentanza - e si sono anche sviluppate aziende che sono diventate eccellenze nel mondo, veri e propri fiori all’occhiello dell’industria motoristica. Mi riferisco alle ben note case costruttrici, ma anche ad aziende come CEA Estintori - nostra socia - che è qui con noi questa sera e che dal 1970, con la sua Squadra Corse, è presente nei principali autodromi. È questa anche l’occasione per ricordare che 30 anni fa (era il 1994) uno dei cosiddetti Leoni della CEA fu il primo ad arrivare sul luogo dell’incidente mortale di Ayrton Senna all’Autodromo di Imola”. E ancora: “Nel 2024 sono tante le ricorrenze legate al mondo dei motori e ci sembrava importante, con questa nostra iniziativa, diffondere la storia del dottorcosta, una figura fondamentale del motociclismo che, grazie alla sua visione e competenza, ha saputo cambiare per sempre la dinamica dei soccorsi in pista: un approccio che ancora oggi viene imitato in tutte le gare del mondo”.
Dopo la proiezione al Cinema Fossolo di Bologna organizzata da BCC Felsinea, le prossime tappe del docufilm “Voglio Correre: un’avventura nell’impossibile” saranno: fine maggio a Perugia, 15 giugno a Riccione, 15 luglio a Classe di Ravenna.
CHI È IL DOTTORCOSTA
Claudio Marcello Costa nasce a Imola il 20 febbraio 1941.
Grazie al padre Checco Costa - tra i fondatori del circuito di Imola - Claudio Marcello Costa si avvicina alle gare motociclistiche fin da bambino, passando il tempo fra i box insieme ai piloti. Finché, il 22 aprile del 1957, all’età di 16 anni, cambia tutto. Quel giorno a Imola si disputa la Coppa d’Oro e il giovane dottorcosta, contro il volere del padre, decide di guardare la gara dal punto più emozionante del circuito, la mitica curva delle Acque Minerali. Proprio lì, il 6 volte campione del mondo Geoff Duke cade e, senza pensarci un attimo, Claudio Marcello Costa corre in pista per aiutarlo. Quel giorno capisce che questo era ciò che avrebbe fatto per tutta la sua vita.
Nel marzo del 1967 consegue la laurea in Medicina e Chirurgia con 110 e lode.
Negli anni successivi si specializza in Ortopedia e Traumatologia, Fisiochinesiterapia e Riabilitazione e Medicina dello Sport.
Esperto di pronto soccorso al di fuori delle mura ospedaliere, Claudio Marcello Costa capisce che nelle gare motoristiche non era il pilota che doveva andare incontro al soccorso, ma viceversa. Porta quindi a bordo delle piste dei motomondiali la figura del Medico Rianimatore, l'unico capace di salvare la vita anche in casi gravi. Attua questo nuovo, indispensabile tipo di soccorso nella prima 200 Miglia, la Daytona d'Europa, organizzata dal padre Checco, il 23 aprile del 1972. Tale tipo di soccorso viene tuttora imitato in tutte le gare del mondo.
Nel febbraio del 1977 crea la Clinica Mobile, un ospedale viaggiante su ruote attrezzato come un piccolo pronto soccorso, con radiologia e rianimazione annessa, da portare su tutti i campi di gara, dove all’epoca la gestione delle emergenze sanitarie era estremamente carente. La Clinica Mobile continua la sua attività ancora oggi con i suoi allievi.