Sei panchine rosse alle comunità di Monterenzio e Monghidoro

Il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, BCC Felsinea ha inaugurato la prima delle sei panchine che saranno donate al Comune di Monghidoro, alla Pubblica Assistenza Monterenzio e alle quattro parrocchie della zona.
Andrea Alpi, Direttore Generale di BCC Felsinea: “Grazie alla presenza di una targa con i numeri d’emergenza, queste panchine rosse non sono solo un simbolo di vicinanza alle donne vittime di violenza, ma diventano anche un vero e proprio mezzo per chiedere aiuto”.

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25 novembre 2023
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COMUNICATO STAMPA

 

Si è tenuta oggi, presso la sala polivalente BCC Felsinea di San Benedetto del Querceto, l’iniziativa di sensibilizzazione sul tema, purtroppo sempre più attuale, della violenza contro le donne, organizzata dal Gruppo Giovani Valle Idice. Per l’occasione, è stata inaugurata una delle sei panchine rosse che BCC Felsinea donerà alle comunità di Monterenzio e Monghidoro. Questa, in particolare, è stata acquistata dal Comitato Giovani Soci BCC Felsinea e andrà al Comune di Monghidoro per essere posizionata nella piazza all’interno del Chiostro della Cisterna. Le altre cinque - acquistate dal Comitato Soci Locale di BCC Felsinea con il contributo dei Giovani Soci - saranno invece donate alla Pubblica Assistenza Monterenzio e alle parrocchie dei paesi di Pizzano, Bisano, San Benedetto del Querceto e Monterenzio.

 

Su tutte le panchine rosse è stata posizionata una targa con i numeri di emergenza a cui le donne possono rivolgersi per segnalare violenze o abusi e chiedere aiuto. Vicino alla panchina che sarà collocata nel Chiostro di Monghidoro sarà inoltre installata una cassetta postale dove lasciare, anche in forma anonima, messaggi o richieste.

 

“Nei mesi scorsi, grazie ad un fondo che la banca mette a disposizione dei progetti dei Comitati Soci, siamo stati in grado non solo di contribuire all’acquisto delle cinque panchine destinate alla zona di Monterenzio, ma anche di acquistare e realizzare la nostra panchina, da noi voluta, dipinta di rosso e donata al Comune di Monghidoro – ha detto Judith Cratere, referente del Comitato Giovani Soci BCC Felsinea. – Nel suo piccolo, è stato un momento di condivisione molto importante per noi; un gesto simbolico per sottolineare quanto sia fondamentale, per combattere la violenza contro le donne, la presenza di una rete di sostegno che trae la sua forza proprio dall’insieme degli aiuti che ciascuno può dare: singoli individui, associazioni o istituzioni”.

 

Presenti all’evento anche i vertici di BCC Felsinea. “I dati divulgati recentemente dalla Città Metropolitana di Bologna sull’andamento della violenza contro le donne nel nostro territorio indicano numeri che fanno riflettere: nel 2022 sono state 1.121 le donne accolte presso i Centri Antiviolenza del bolognese, come dire 3 al giorno. Ma quante sono quelle che, per paura di ritorsioni o per vergogna, subiscono in silenzio, oppure non hanno la percezione di trovarsi in una situazione di pericolo? Ecco allora l’importanza di diventare parte attiva nel contrasto a questo fenomeno con gesti concreti come quello compiuto dai nostri Comitati Soci. Le panchine rosse – dislocate su un territorio piuttosto ampio – grazie alla targa con i numeri d’emergenza non sono solo un simbolo di vicinanza alle donne vittime di violenza, ma diventano anche un vero e proprio mezzo per chiedere aiuto”, ha dichiarato Andrea Alpi, Direttore Generale della banca.

 

Dopo la presentazione delle panchine rosse di BCC Felsinea, l’evento – organizzato dal Gruppo Giovani Valle Idice – è proseguito con la proiezione di “Perla Madre”, cortometraggio – diretto da Mauro Morandini e Davide Maimone – ambientato in un mondo dove la violenza contro le donne è ancora molto presente: qui, un bambino traumatizzato dall'esperienza familiare cresce e sviluppa un proprio senso di giustizia.

 

A chiudere l’evento, la testimonianza di Valentina Ferri, operatrice volontaria in un Centro Antiviolenza di Bologna, e l’intervento della sezione bolognese dell’associazione UDI - Unione Donne in Italia. “Essere volontaria in un Centro Antiviolenza è qualcosa che ti segna profondamente. Ogni storia è unica, con uno sviluppo e un finale diversi. Ma quello che mi ha sempre colpito è stato il profondo senso di solitudine che traspare da ognuna di esse. Ed è quello che va combattuto: il silenzio, la solitudine, l’isolamento. Le donne vittime di violenza non devono sentirsi sole, non devono vergognarsi, devono invece sapere che c’è qualcuno disposto ad aiutarle, devono potersi fidare ed affidare. Ad un Centro Antiviolenza, alle autorità, ad un’amica disposta a prenderle per mano. Parlare apertamente di questi argomenti è molto importante, perché è fondamentale che le donne, ma anche gli uomini, imparino a riconoscere i segnali della violenza, e a combatterla. È una questione culturale”, ha raccontato Valentina Ferri.

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